La materia “Salute e Sicurezza negli ambienti di lavoro” è un argomento vastissimo che deve essere affrontato da chi ne possiede gli strumenti e lo fa di mestiere.
Mi limiterò a fornire qualche cenno normativo, spostando il focus sull’argomento #rumore all’interno degli ambienti di lavoro, ambito che, visti gli anni di esperienze vissute sul campo, mi è più congeniale.
Prima di addentrarci nello specifico, se si parla di sicurezza sul lavoro, non posso fare a meno di riportare all’attenzione dei miei lettori quel disastro conclamato cui si assiste giornalmente nel nostro paese, tra infortuni medio-gravi (spesso taciuti o celati) e morti per uccisione, perché di questo si tratta: Veri e propri delitti.
Partiamo in punta di piedi nel dire che la salute negli ambienti di lavoro è un tema di attualità tanto quanto, per assurdo, un tema storico. È quasi una contraddizione in termini, poiché passato e presente solitamente sono contraddistinti da variazioni sistemiche e culturali.
In ambito di morti sul lavoro, per farla breve invece, passato e presente si trovano in un continuum temporale quasi sorprendente, a tal punto che i nostri discendenti faticheranno a comprendere come mai le persone morivano al lavoro nel XIX secolo in egual modo che nel XX secolo. E non parlo tanto di meri numeri, che raccontano una diminuzione di decessi nel corso degli anni, ma delle modalità.
Ho fatto un parallelismo statistico a mio avviso terrificante: la strage della Seconda Guerra Mondiale ha fatto contare circa 500.000 morti in Italia, di cui circa 85.000 civili. E gli uccisi dal lavoro in Italia? Guardate qui:
Non so che effetto farà a voi guardare questa tabella, ma balza subito agli occhi che si tratta di una strage, una specie di genocidio selettivo. Morire per lavorare, perdonatemi, ma è una “bestemmia”.
Se tralasciamo il periodo antecedente il 2020 e ci concentriamo dal 2000 al 2023, si contano circa 30.000 morti. Tra il 2023 e il 2024 si aggiungono ulteriori 2.131 morti e dall'inizio dell'anno in corso si sono già registrati 266 morti per infortuni sui luoghi di lavoro, si arriva a contarne addirittura 505 se si aggiungono i decessi sulle strade e in itinere.
In una macro-visione, i nostri pronipoti studieranno che il lavoro ha ucciso più delle bombe.
Io sono inorridito! L'articolo 1 della Costituzione italiana stabilisce che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro! Il primo articolo di una Costituzione (considerata la più bella al mondo) di uno stato democratico mette al primo posto il lavoro. E chi ci va al lavoro? Chi è “il mondo del lavoro”? Certo, le imprese e gli imprenditori, ma la massa che mette le mani sul ferro e lo trasforma sono le persone. Quel “Lavoro” di cui parla l’articolo 1 sono le persone comuni, ancora prima del sistema articolato che oggi conosciamo.
Sono purtroppo buona parte di coloro nelle quali la Costituzione stessa si identifica, ma che in gran numero, conti alla mano, non ci sono più avendo perso la vita per quel lavoro che avrebbe dovuto garantire loro una vita dignitosa, NON LA MORTE!
In conclusione la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro sono un'assoluta priorità.
Il rumore e la sua gestione, rappresentano un aspetto cruciale, spesso sottovalutato, ma con conseguenze devastanti sulla salute dei lavoratori. Nei prossimi articoli approfondirò i danni causati dal rumore e condividerò episodi vissuti durante i miei sopralluoghi, mettendo in luce la realtà di molti ambienti di lavoro e l'importanza di affrontare seriamente questo problema.
Vi invito a seguire questa serie di articoli, nella speranza di fornire non solo informazioni ma anche spunti di riflessione e concrete opportunità di miglioramento. La salute dei lavoratori è un diritto fondamentale, e insieme possiamo fare la differenza.